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Geograficamente ciò che colpisce dell’Etiopia è la varietàdel paesaggio a partire dalle sorgenti del Nilo: una vegetazione che porta i toni del giallo e del verde, sparsi sulle colline e sulle valli e che è caratterizzata da campi di grano, di cereali, di granturco e lenticchie che vengono ventilati a mano sui bordi delle strade (come in Sardegna negli anni cinquanta) e venduti.
Della popolazione dei villaggi le cui case (Tukùl) sono ricavate con materiale povero (mattoni crudi ricoperti di lamiera), sorprende la dignitànella povertà, l’eleganza nel portamento accentrata accentuata da meravigliosi mantelli, buttati sulle spalle del corpo snello e slanciato; la straordinaria convivenza con gli animali: i bambini fin da 4 o 5 anni con bastoni più alti di loro sono addestrati a portare al pascolo o al mercato pecore, capre e galline. Le pecore passano pure per le vie di Addis Abeba, arrampicandosi sulle rampe di scale che portano ai quartieri alti della cittào verso la collina di Entoto, il punto più panoramico della stessa.
I bambini sono pure abituati ad accontentarsi di poco e a godere dello stesso: ti sorridono amabilmente e ti sono grati se offri loro una caramella o una biro, sapendo essere, naturalmente, discreti ed educati (quale esempio per i nostri bambini occidentali esageratamente viziati, su di peso, sempre insoddisfatti e talvolta, pure schiavi della depressione).
Allontanandosi dalle sorgenti del Nilo e procedendo verso Gondar sorprendono: le numerose cascatelle d’acqua che scendono dalle alture circostanti, l’enorme varietàdi fauna (uccelli soprattutto dal piumaggio multicolore e scimmie gelada e colobus).
I monasteri e le chiese copte sono tutti belli da scoprire e vedere nella loro architettura e pitture come pure l̢۪artigianato dei cestini e cappelli e la lavorazione delle croci di forma bellissima.
Gli alberghi e le pensioni sono buoni: si può mangiare con cucina internazionale e anche all’italiana nel club degli italiani lavoranti in Etiopia.
L’Etiopia però resta una terra interessantissimaâ€Â¦..
Maria Bonaria