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Coerenti con la nostra filosofia del viaggiare âvisitando meno e meglio, soprattutto senza frettaâ, onde evitare lunghi e massacranti spostamenti con valigie da traslocare quotidianamente, io e la mia consorte, abbiamo finalmente deciso di âregalarciâ un assaggio di quello splendido paese che è lo Yemen, limitandoci alla visita della magica cittĂ di Sanaâa, ai villaggi limitrofi ed alle interessanti localitĂ dellâaltopiano nellâambito di una distanza non superiore ai 150 km. Questo ci ha consentito di poter soggiornare agiatamente sempre nella capitale Yemenita, senza stress, effettuando, a giorni alterni, quelle che sono poi risultate piacevolissime escursioni, preconcordate, senza sacrificare troppo tempo in auto, concedendoci passeggiate e piacevoli contatti umani con le popolazioni dei posti visitati e potendo rientrare poi in serata alla base. Vorrei aggiungere che la scelta di limitare il raggio dâazione del nostro viaggio è nata anche dalla considerazione che, nellâaltopiano di Sanaâa e dintorni, il clima, ad Agosto, è comunque gradevole con temperature che hanno oscillato tra una minima di 14Ă° ed una massima di 29Ă°. Onde sfatare quel clima di terrore e di paura, amplificato dai media, che citano e identificano unicamente lo Yemen come il Paese degli attentati e dei rapimenti dei turisti, e non anche come il Paese delle Mille e una Notte, siamo ben lieti, nei limiti e con tutte le cautele della nostra breve e circoscritta esperienza personale appena vissuta, di poter rassicurare tutti coloro che âsognanoâ di recarsi nello Yemen ma non osano: in questo meraviglioso Paese non abbiamo percepito la men che unica tensione che facesse trapelare il rischio di attentati, di violenza o di microcriminalitĂ nelle pur caotiche vie di Sanaâa , nĂŠ tantomeno nei villaggi isolati e arroccati sulle montagne. Pur constatando la numerosa e costante presenza di polizia locale e di pattuglie militari che sorvegliano le strade con posti di blocco, non si ha per niente la sensazione di un Paese militarizzato, opprimente nei controlli e nelle formalitĂ dâidentificazione dei turisti, anche se questo non esime dal raccomandare vivamente, per gli spostamenti fuori cittĂ , di appoggiarsi alle Agenzie turistiche. Insomma lâimprovvisazione e âil fai da teâ per spostarsi nello Yemen è un azzardo che sconsiglieremmo in assoluto. A nostro avviso e sembrerĂ strano, lâunico reale e concreto pericolo che si corre in questo Paese è dovuto al traffico caotico e a una condotta di guida piuttosto indisciplinata, per non dire spericolata, laddove per le strade, transitano autoveicoli per la maggior parte vecchie e spesso dismessi in altri Paesi, riciclati ed acquistati a poco prezzo dalla povera gente Yemenita che non puĂ² certo permettersi il lusso di auto nuove. La nostra guida ci ha parlato di persone che guidano liberamente anche senza patente, e osservando certe manovre azzardate, mai viste in occidente, come, ad esempio, un triplo sorpasso in curva, non ci sarebbe poi tanto da meravigliarsi. E se da noi in auto ci si distrae col telefonino lĂÂŹ analogamente chi guida, spesso, distoglie lo sguardo dal parabrezza per scegliere dallâonnipresente ramoscello di Qat sul volante, le foglie piĂš tenere da masticare pazientemente.
Ma nessuno potrĂ mai negare, per fortuna, che lo Yemen è luogo di Meraviglie assolute, di magnifiche e inimitabili architetture straordinariamente longeve, di gente straordinariamente cordiale, ospitale, comunicativa, dotata di una fierezza e dignitĂ invidiabili al di lĂ della loro estrema indigenza e delle condizioni dâigiene in cui versano le strade e prescindendo, ahimè, dalla condizione di sudditanza e inferioritĂ della donna yemenita rispetto ai privilegi della popolazione maschile, donna tuttora âvittimaâ di antichi retaggi pseudo-religiosi che la relega ai margini della societĂ civile, coperta e oscurata da veli e lunghe vesti nere, spesso obbligata a matrimoni combinati e soggiogata da vincoli e vessazioni sancite da anacronistiche leggi perpetuate nel tempo. SANAâA: La âcittĂ vecchiaâ, dichiarata patrimonio dellâumanitĂ dallâUnesco, da sola, vale un viaggio nello Yemen. Magica, seducente, coinvolgente, ospitale, sicura, con le sue inimitabili case costruite circa seicento anni fa e tuttora densamente abitate, che sembrano smisurate torri di wafer decorate con la crema, i suoi merletti, i suoi alabastri, con i suoi minareti, le sue moschee, con i suoi vicoli a labirinto nei quali niente si ha da temere, neppure di smarrirsi, perchĂŠ allâangolo câè sempre un ragazzino pronto ad indicarti la via giusta. Passeggiare e immergersi per le sue viuzze, caotiche, colorate e rumoreggianti rappresenta un validissimo osservatorio, estremamente realistico e per niente turistico, della dirompente vitalitĂ della popolazione yemenita, espressione comunque decorosa di unâumanitĂ , purtroppo, quotidianamente alle prese con il problema della mera sopravvivenza con una media di 5,6 figli a famiglia. Mercati coloratissimi che pullulano di bancarelle di frutta e verdura, di pane dâogni tipo, tessuti, spezie dai profumi inebrianti, officine artigiane che lavorano il ferro, il legno e quantâaltro, venditori di Qat ad ogni angolo e si trova pure il mercato del bestiame. Ma è dal punto di vista architettonico che la cittàè stupefacente, solo a sollevare lo sguardo ed indugiando sui mille particolari delle abitazioni câè da rimanere assolutamente incantati. La cittĂ vecchia di Sanaâa merita almeno tre giorni di visita e approfondimenti, di faticose scalate nelle terrazze per deliziarci dallâalto con le sue panoramiche e irripetibili vedute. Nelle sue viuzze è imperdibile il contatto con la miriade di bambini che giocano, ti seguono e gioiscono se solo dedichi loro qualche fotografia.
Senza entrare nei dettagli posso solo sostenere, senza tema di smentita, che tutte le localitĂ e i villaggi che di seguito sono citati meritano una visita e regalano emozioni. Ognuno con le sue particolaritĂ , Dar al Hajar-Wadi Dhar, ad esempio, per il magnifico Palazzo costruito sulla roccia che si puĂ² visitare fino in cima, HABADAH, per le cisterne dâacqua e le case merlate che vi si specchiano allâinterno , KAWKABAN per lo splendido e selvaggio panorama dallâalto, BAYT BAWS per le sue originali rocce verdi, THULA per la preziosa architettura dei suoi palazzi, MANAKHAH, pittoresco e animato villaggio, coi suoi suggestivi paesaggi montani e le ripide strade che conducono fino a Al Khutaib ed al suo tempio ismaelita. LocalitĂ contraddistinte tutte dalle proprie pecularietĂ ma tutte accomunate dalla solita ospitalitĂ yemenita che ci ha consentito talvolta di accedere allâinterno delle loro umili abitazioni e di essere accolti da un tè di benvenuto.
Abbiamo intrapreso il viaggio predisponendo un itinerario individuale, che assecondasse le nostre esigenze, delegando poi lâorganizzazione operativa alla WEDDELL VIAGGI, serio tour operator a livello nazionale con sede in Cagliari, alla quale va il nostro ringraziamento per aver soddisfatto pienamente le nostre aspettative, fornendoci le giuste rassicurazioni e gli opportuni consigli che un viaggio del genere necessariamente richiede. La WEDDELL ha denotato esperienza, competenza e piena disponibilitĂ , anche di tempo, per la buona riuscita del viaggio.
Un ringraziamento particolare merita anche la nostra guida locale AYAYA , che oltre a parlare benissimo lâitaliano si è dimostrata una persona di buona compagnia, correttissima, paziente e molto professionale ed anche ad ABDUL, prudente e simpatico autista alla guida del fuoristrada Toyota.
Lâhotel consigliato dalla WEDDELL VIAGGI è stato lo SHERATON nel quale abbiamo fruito della mezza pensione. Eâ certamente un buon albergo, dove si mangia piuttosto bene, anche se è lontano dagli standard di pulizia e di confort garantiti dagli omonimi alberghi europei, tipici di un cinque stelle. Esso è situato nella zona delle Ambasciate, per questo motivo è particolarmente sorvegliato dalla Polizia locale, e dista circa mezzâora a piedi dalla cittĂ vecchia, ma considerato che i taxi sono molto economici e vi prenderebbero solo 400 RY (cioè circa un 1 euro e 60 centesimi) è assai conveniente andarci direttamente in auto, avendo magari piĂš energie da riservare alle passeggiate nella cittĂ vecchia, dove per fortuna circolano poche automobili. Coi tassisti prima di salire a bordo è meglio contrattare il prezzo della corsa. Comprare i souvenir o qualunque cosa è estremamenteeconomico ovunque. Noi consiglieremmo di acquistare il tutto nella cittĂ vecchia e non nei villaggi, perchĂŠ in questi ultimi comprano solo i turisti ed i prezzi, seppur sempre modesti, sono sempre da turisti. Orientativamente si puĂ² dire che la jampya (il classico e ostentato pugnale che equivale nel tipico abbigliamento yemenita alla nostra cravatta) costa 2000 RY cioè circa 6 euro e 30 cent. Ma è bene privilegiare quelli col manico dâosso perchĂŠ di maggior pregio rispetto a quelli col manico di legno. Il classico velo nero delle donne, acquistato nella cittĂ vecchia, dove si forniscono le stesse donne locali, si trovavano a soli 200 RY, cioè 60 centesimi, altrove fino a 1000 RY (3 euro e 20 c.). Durante le varie escursioni fuori cittĂ il pranzo era servito nei funduq, cioè alberghetti molto economici nei quali mangiano spesso i turisti di passaggio. Lâaspetto di questi locali, soprattutto allâingresso, è piuttosto scoraggiante, come pure i servizi igienici, ma il cibo, se ci si limita a degli assaggi e senza abbuffarsi, è discreto. Gli alcolici sono rarissimi e si trovano solo nei grandi alberghi, altrove si puĂ² trovare la birra analcolica. Alle donne è vivamente consigliato lâuso di pantaloni lunghi, magliette non attillate nĂŠ sbracciate.
Per andare nello Yemen, credeteci, non occorre particolare coraggio, ma un poâ di spirito dâadattamento. Buon Yemen a tutti.
Sandro e Mirella